(Ailanthus altissima (Miller) Swingle)
FAM. SIMAROUBACEAE Gen. Ailanthus
Denominazioni dialettali: Mèrda da gatt (Cr.sco);
Spussaròtt (Sonc.).
DESCRIZIONE:
Albero alto fino a 20m. Tronco dritto, slanciato e
lungamente nudo, portante una corona elegante e densa.
Corteccia grigio chiara, appena rugosa. Rami giovani
densamente vellutato-tomentosi, bruno-giallastri o
bruno-rossicci.
Foglie alterne, lunghe sino a 10dm, imparipennate per 10-15
paia di foglioline picciolate, a lamina oblungo-Ianceolata
(3-5x7–10 cm), base tronca, apice acuminato, margine
intero interrotto solo da 1 o 2 denti per Iato verso la base;
caratteristicamente graveolenti.
Fiori poligami, piccoli e verdicci, in pannocchie terminali
(10-20 cm), vistose.
Frutto (samara) lanceolato, rosso, con seme in posizione
centrale.
FIORITURA: Maggio-Luglio.
ECOLOGIA:
Specie lucivaga, rustica e indifferente al substrato,
l'ailanto si insedia soprattutto in luoghi aperti anche molto
aridi, su terreni di riporto, in ambienti ruderali, al
margine delle strade, ecc. La straordinaria capacità
pollonante ne fa un'essenza dai caratteri decisamente
infestanti.
DISTRIBUZIONE:
Presente in tutto il territorio provinciale, insediato su
superfici marginali, in alcuni settori (Ripalta Arpina,
Madignano, Stagno Lombardo) prende il sopravvento su ogni
altra specie arborea.
Mostra poca attitudine ad infiltrarsi nelle formazioni
boschive di una certa compattezza e densità.
OSSERVAZIONI:
L'ailanto è originario della Cina e fu introdotto in
Italia dopo la metà del XVIII secolo. Oggi è
perfettamente naturalizzato in tutto il territorio
nazionale.
L'umore tossico che promana dalle varie parti della pianta,
una volta tagliate, può causare eruzioni cutanee.
USI:
Il legno è di mediocre qualità e anche come
combustibile non suscita particolare considerazione.
Il bel portamento ne fa un albero ornamentale, viene
coltivato però senza speciale fervore in parchi e
giardini, a causa dei suoi difetti (soprattutto la tendenza a
divenire infestante).
Venne usato per consolidare massicciate, argini e altri
terreni mobili.
PROPAGAZIONE:
Il sistema migliore consiste nel trapiantare i polloni
radicati alla fine dell'autunno. Si moltiplica facilmente
anche per semina, quantunque i semi si rivelino spesso
vuoti.