(Carpinus betulus L.)
FAM. CORYLACEAE Gen. Carpinus
Denominazioni dialettali: Càrpen.
DESCRIZIONE:
Albero alto fino a 20m o più. Tronco eretto, a
sezione irregolare, spesso compresso, attorcigliato o
scanalato. Corteccia liscia, grigio-cenerina. Rami giovani
leggermente tomentosi, bruno-rossastri.
Foglie semplici, alterne a lamina ovato-ellittica (3-4x6-8
cm), acuta all'apice e tronca o subcordata alla base (non di
rado anche cuneata), doppiamente e fittamente dentata al
margine. Nervature evidenti (10-15 paia). Picciolo breve
(fino a 1,5 cm).
Fiori in amenti: i maschili cilindrici, penduli, (2-6 cm); i
femminili più brevi, terminali, danno origine ad
un'infruttescenza pendula.
Il frutto (nucula) duro, ovoide e solcato, verdognolo,
è posto all'ascella di una brattea trilobata, di
consistenza papiracea, con il lobo mediano 2-3 volte
più lungo dei laterali.
FIORITURA: Aprile-Maggio.
ECOLOGIA:
Sapendo adattarsi bene ai più diversi tipi di
terreno, il carpino bianco occupa spesso stazioni assai
differenti, sia su suoli sciolti, profondi e ben drenati, sia
su suoli argillosi e compatti, purché ricchi di
humus.
La tendenza generale è di costituire associazioni
boschive con altre specie arboree, soprattutto con la quercia
farnia.
Ama stazioni ombreggiate e sopporta agevolmente
l'aduggiamento di strati arborei più elevati.
Nei secoli passati si ritiene che costituisse formazioni
arboree climatogene in gran parte della pianura padana in
associazione con la farnia (Querco-Carpinetum).
DISTRIBUZIONE:
Nel territorio provinciale la specie si è fortemente
rarefatta rispetto a possibili situazioni passate ed è
ora presente, in forma spontanea, solo nella sua parte
settentrionale.
Le scarse popolazioni scampate alla totale distruzione sono
rintracciabili sui terreni grossolani e sciolti della Ghiara
d'Adda (Rivolta d'Adda, Spino d'Adda, Agnadello),
nonché lungo il corso di fontanili (Soncinasco),
oppure sulle ripide scarpate morfologiche che definiscono le
valli fluviali dell'Oglio (Genivolta, dove crescono gli
esemplari di maggiori dimensioni) dell'Adda (Formigara) e del
Serio Morto (S. Bassano).
La popolazione più numerosa alligna sui suoli
argillosi del Pianalto di Romanengo e in particolare sulle
coste che si sviluppano attorno al Naviglio di Melotta.
USI:
Il legno tenace, duro e pesante, era usato preferenzialmente
per farne manici di attrezzi da lavoro (mazze, picconi,
scuri).
L'eccellente potere calorifico ne costituiva comunque la
migliore proprietà, per cui il legno di carpino godeva
di considerazione come ottimo combustibile.
L'albero è oggi frequentemente coltivato a scopo
ornamentale nei giardini o lungo le strade urbane.
In passato la specie era assai apprezzata per la costruzione
di siepi e di gallerie di frescura, grazie alla sua
capacità di sopportare frequenti potature e di
assumere le forme più straordinarie.
PROPAGAZIONE:
La moltiplicazione per seme del carpino si rivela abbastanza
difficoltosa. Seminati nell'autunno dello stesso anno della
maturazione, i semi germogliano spesso solo dopo 18 mesi ed
in percentuale piuttosto bassa. Pertanto è
consigliabile stratificare i semi per 6-8 mesi o, meglio
ancora, fino alla primavera del secondo anno dopo la
raccolta. Il trapianto si effettua al secondo anno e la
collocazione a dimora al terzo.