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CASTAGNO

(Castanea sativa Miller)
FAM. FAGACEAE Gen. Castanea
Denominazioni dialettali: Castègna.

Disegno dell'essenza

DESCRIZIONE:
Albero alto sino a 20m e più. Tronco eretto e massiccio. Chioma densa ed espansa. Corteccia brunastra o grigio-rossigna, liscia e lucida con lenticelle trasversali da giovane e poi profondamente solcata in senso longitudinale e con andamento spiralato con l'invecchiamento.
Foglie semplici, alterne, grandi (7-9x18-20 cm), oblungo-Ianceolate, a margine sinuato-dentato con denti mucronati rivolti verso l'apice, base lievemente cuneata ovvero subcordata; 18-23 paia di nervature ben rilevate. Picciolo breve (1-2 cm).
Fiori monoici: i maschili in amenti eretti (5-15 cm); i femminili solitari o a gruppi di 2-3, posti alla base delle infiorescenze maschili, protetti da brattee saldate che crescendo formeranno la cupola a riccio. Questa è formata da 4 valve irte di aculei.
Il frutto (castagna) è un achenio globoso-compresso con pericarpo lucido e coriaceo, bruno scuro (marrone) con cicatrice (ilo) alla base.

FIORITURA: Maggio-Giugno.

ECOLOGIA:
Il castagno è specie eliofila ed ossifila, pertanto predilige terreni acidi o, comunque, neutri anche magri, purché umiferi, e posizioni aperte o il margine dei boschi, quando vi si trovi a vivere in associazione con altre specie.

DISTRIBUZIONE:
Nel territorio provinciale rimangono pochi esemplari, residui di popolazioni presumibilmente più abbondanti, sui terreni argillosi del Pianalto di Romanengo, dislocati in almeno tre punti diversi, dove si verificano ancora casi di propagazione spontanea. Qualche grande esemplare è tutt'ora coltivato in taluni parchi privati (Soncino, Crema, ecc).

OSSERVAZIONI:
Questo albero dai numerosi meriti, come specie sia agraria sia forestale, fu nel Medioevo assai diffuso in tutto il territorio qui considerato, come produttore di frutti e di legname. Ancora nel secolo scorso risulta documentata la sua coltivazione nel Cremasco, dove veniva per lo più governato a ceduo per la produzione di pertiche, pali e legname da opera.

USI:
Attualmente l'esiguità numerica e la totale sporadicità dell'albero, così come si presenta da noi, non induce alcuna utilizzazione degna di nota.

PROPAGAZIONE:
Si seminano le castagne non appena i frutti sono maturi, oppure si stratificano durante l'inverno, sistemandole nella sabbia ben asciutta, per seminarle nella primavera successiva. In passato c'era chi faceva germogliare le castagne durante l'inverno, tenendole nella sabbia umida, per trapiantarle già nella primavera seguente. I semenzali si mettono a dimora nell'autunno del terzo anno.


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