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ONTANO BIANCO

(Alnus incana (L.) Moench)
FAM. BETULACEAE Gen. Alnus
Denominazioni dialettali: nessuna

Disegno dell'essenza

DESCRIZIONE:
Albero alto fino a 20-25m, ma più spesso osservabile in forma di arbusto. Corteccia liscia, lucida, grigio-verdastra o grigio-giallastra, con fitte lenticelle puntiformi. Rami dell'anno pubescenti o tomentosi.
Foglie semplici, alterne, a lamina ovale od ovato-ellittica (3-5x6-9cm), acuminate all'apice e cuneate alla base, doppiamente dentate, tomentose di sotto, con 7-12 paia di nervature secondarie. Le giovani foglie non sono mai vischiose. Picciolo di 1-3cm.
Fiori in amenti: i maschili cilindrici, penduli (5-8cm); i femminili ovoidi (1-2cm), a gruppi di 3-5; strobili subsessili.

FIORITURA: Febbraio-Marzo.

ECOLOGIA:
Specie ripicola e lucivaga, l'ontano bianco svolge spesso la funzione di pianta pioniera, colonizzando i suoli mobili lungo i fiumi. A differenza dell'ontano nero, non sopporta ristagni d'acqua e substrati asfittici. Predilige terreni alcalini, fertili, mediamente umiferi e si insedia di preferenza in stazioni a media luminosità.

DISTRIBUZIONE:
In provincia è presente con sporadici esemplari arbustivi lungo il Serio (Pianengo-Ricengo), dove è stato successivamente anche introdotto artificialmente (nel 1987), e compare anche in alcuni tratti settentrionali dell'Adda e dell'Oglio (Azzanello).

OSSERVAZIONI:
Come per altre specie tipiche dell'orizzonte montano, la presenza di questa essenza legnosa nel nostro territorio provinciale è da collegare essenzialmente alla dinamica fluviale, per il cui tramite si verificano di tanto in tanto immigrazioni accidentali che prendono origine nelle regioni montane. La specie si ibrida frequentemente con Alnus glutinosa.

USI:
A causa della sua sporadicità ed esiguità numerica, non si conoscono da noi usi particolari riservati a questa specie legnosa.


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