(Alnus glutinosa (L.) Gaertner)
FAM.BETULACEAE Gen. Alnus
Denominazioni dialettali: Unéss; Unìss; Ogn
(Ostiano).
DESCRIZIONE:
Albero alto sino a 20-25m. Tronco eretto e slanciato con
ramificazione regolare eretto-patente, formante una chioma a
profilo piramidato. Corteccia bruno-grigiastra o verdastra,
lucida nei soggetti giovani, punteggiata da lenticelle
trasversali, sempre più ruvida con l'età fino a
divenire decisamente fessurata.
Rami giovani glabri e attaccaticci, come le giovani foglie,
per la presenza di numerose ghiandole.
Foglie semplici, alterne, a lamina obovata od orbicolare, o
largamente ellittica (6-8x9-11 cm), cuneata alla base, ottusa
e smarginata all'apice ovvero quasi tronca o incisa,
grossamente sinuato-dentata o doppiamente dentata ai margini
con 5-8 paia di nervature secondarie, assai evidenti,
provviste di peli bianco-giallastri all'ascella, verdi scure
di sopra, più chiare di sotto. Picciolo di 1-2,5cm,
stipole prontamente caduche.
Fiori monoici in amenti: i maschili cilindrici e penduli in
gruppi di 3-5 in posizione apicale, sono già presenti
in inverno ed hanno colore bruno-violaceo; i femminili ovoidi
(1-3cm), peduncolati, a gruppi di 3-5, verdi e serrati,
lignificando con il procedere della stagione danno origine a
piccoli strobili, a squame alla fine aperte, da cui si
liberano i semi (acheni) compressi, ovali e strettamente
alati.
FIORiTURA: Febbraio-Marzo.
ECOLOGIA:
L'ontano nero si mostra legato ad una costante presenza
d'acqua nel suolo che, a sua volta, si deve mostrare ricco di
sostanza organica e, non di rado, con caratteri di
acidità. Pertanto le formazioni di ontano nero, che
possono riuscire pure (alneti), allignano nei tratti
più maturi delle lanche fluviali da tempo colmate per
naturale evoluzione, oppure al piede dei terrazzi
morfologici, dove la risorgenza di acque freatiche ne
mantiene il terreno costantemente intriso.
Uguali condizioni si verificavano normalmente nei secoli
passati, all'interno della fascia dei fontanili, dove gli
alneti erano assai diffusi. Più comunemente si trova
oggi l'ontano nero coltivato lungo i cavi irrigui e di colo
della campagna dove, governato soprattutto a ceduo, ha
l'importante funzione di raffrenare le sponde. E' specie
mediamente lucivaga.
DISTRIBUZIONE:
Coltivato un po' dovunque nella campagna della provincia
risulta però piuttosto scarso nella golena padana e
negli ambiti fluviali del basso corso dell'Adda e dell'Oglio.
Assai frequente risulta invece nell'area cremasca.
Rari esempi di alneti spontanei si trovano al piede dei
terrazzi morfologici dell'Adda (Montodine, Moscazzano,
Credera-Rubbiano, Casaletto Ceredano, ecc.), dell'Oglio
(Genivolta, Azzanello, Bordolano, ecc.) del Po (Cremona) e
del Serio Morto (Castelleone) o nella zona dell'ex Moso
(Crema, Bagnolo, Cremosano e Trescore Cremasco), mentre un
bell'esempio di alneto allagato è visibile alle
sorgenti del Morbascolo (Casanova del Morbasco).
USI:
Il legno dell'ontano nero, di colore giallo intenso appena
tagliato, assume, seccando, un colore rosso-mattone.
Semiduro, omogeneo e dolce può servire a lavori di
intaglio e tornitura. Se permanentemente sommerso conserva
per lunghissimi tempi resistenza e imputrescibilità,
tanto da essere preferito per la costruzione di
palafitte.
Mediocre combustibile, brucia però senza fumo e senza
quasi crepitare e perciò fu il legno preferito dai
vetrai e dai fornai.
L'albero, coltivato a ceppaia lungo i corsi d'acqua irrigui,
fornisce pali e pertiche. Ma la sua funzione principale
è quella di sostenere le ripe. La sua presenza
accelera la bonifica di terreni umidi o paludosi, essendo
l'ontano nero in grado di assorbire grandi quantità di
acqua e di eliminarla per evapotraspirazione.
PROPAGAZIONE:
Si spargono i semi in primavera, ottenendone la germinazione
dopo 3-6 settimane. La moltiplicazione per via vegetativa
può avvenire anche tramite barbatelle che si producono
interrando un ramo di 2-3m a 10cm di profondità. I
ricacci che si formeranno possono essere rilpicchettati alla
fine dell'inverno successivo.