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filmato: il pioppo nero, reintrodotto nel Bosco con numerosi individui, è una delle più caratteristiche specie arboree presenti
(Populus nigra L.)
FAM. SALICACEAE Gen. Populus
Denominazioni dialettali: Albera; Piòpa; Pobia
(Cremonese).
DESCRIZIONE:
Albero alto fino a 30m. Tronco eretto, molto ramificato
verso la sommità. Corteccia grigio chiara da giovane,
poi grigio scura, profondamente solcata in senso
longitudinale, con grosse ed evidenti nodosità.
Turioni cilindrici o appena angolosi.
Foglie ovato-triangolari (5-7x4-6cm), acuminate all'apice e
brevemente cuneate alla base; verdi e lucide di sopra,
più chiare ed opache di sotto, con nervature rilevate;
seghettate o denticolato-crenulate ai margini. Picciolo di
2-6cm, compresso in alto. Ghiandole alla base della lamina
assenti. Stipole triangolari, caduche.
Fiori in amenti: i maschili (1x5-7cm) rossastri; i femminili
lunghi fino a 12cm, verdognoli. Cassula glabra.
VARIETA':
Assai frequente è da noi anche il PIOPPO
CIPRESSINO, Populus nigra var. italica,
denominazioni dialettali: Albera pirèera (Cemonese);
Pieréra (Cremasco), considerato da taluni semplice
cultivar del pioppo nero; contraddistinto dal portamento
piramidato o colonnare, conferitogli dai rami assurgenti ed
appressati al tronco, nonché dal tronco a base sovente
policormica. Foglie più piccole che non nella
specie.
FIORITURA: Marzo-Aprile.
ECOLOGIA:
Specie spiccatamente lucivaga, il pioppo nero si stabilisce
preferenzialmente su suoli sciolti, ricchi di scheletro e
profondi, anche soggetti a periodiche sommersioni.
Nella serie evolutiva di affrancamento dall'acqua questa
specie si pone in sequenza con i salici, ai quali si
può mescolare già nei saliceti, mentre in
posizione più arretrata si consocia al pioppo bianco,
all'olmo minore, al frassino maggiore ed anche alla farnia,
costituendo sovente lo scheletro vero e proprio dei boschi
più diffusi nelle nostre valli fluviali.
Ciononostante, il pioppo nero mostra anche una particolare
predisposizione a comportarsi come specie pioniera, ed in
questo ruolo è rinvenibile in forma arbustiva o
basso-arborea sui greti dei fiumi.
DISTRIBUZIONE:
Diffuso in tutto il territorio provinciale, il pioppo nero
compare soprattutto lungo i corsi fluviali, ma lo si
può rintracciare anche nella restante campagna, in
aree marginali o degradate, quali cave dismesse o altro. Nei
filari alberati è quasi ovunque scomparso, sostituito
dall'ormai onnipresente pioppo ibrido, più redditizio
economicamente.
OSSERVAZIONI:
Sicuramente più diffuso in passato, nelle zone dove
attualmente ne rimangono le ultime popolazioni, ha visto via
via ridurre il proprio areale dalle estese coltivazioni di
pioppo ibrido, organizzate in pioppeti razionali.
USI:
Anni addietro anche questo pioppo veniva sovente governato a
capitozza per la produzione di pali e pertiche. Ora tale
pratica è quasi completamente scomparsa da noi. Il
legno tenero, leggero, poco durevole, non riveste particolare
importanza e, tutt'al più, condivide la destinazione
riservata al legno dei pioppi ibridi. Maggior fortuna gode
invece ancora il pioppo cipressino, spesso piantato per
ottenerne il noto effetto ornamentale.
PROPAGAZIONE:
Alla semina (che comunque deve essere immediata, appena i
semi sono maturi) si preferisce la moltiplicazione per talee
e piantoni che vanno preparati ed infitti nel terreno dopo la
caduta delle foglie oppure alla fine dell'inverno. I polloni
radicati possono essere messi a dimora già a 3 anni di
età, ma anche più tardi (fino a 10 anni).