(Lonicera caprifolium L.)
FAM. CAPRIFOLIACEAE Gen. Lonicera
Denominazioni dialettali: Ligabòsch.
DESCRIZIONE:
Pianta lianosa rampicante, caducifoglia, a fusti volubili e
pelosi da giovani, lunghi fino a 5m.
Foglie opposte, glabre, ovali, a margine intero e
trasparente, verdi di sopra e glauche di sotto, brevemente
picciolate nei fusti sterili, mentre in quelli fertili
risultano picciolate solo le foglie inferiori, poiché
quelle mediane appaiono variamente congiunte alla base e
quelle superiori sono per la gran parte concresciute tra loro
e rotondate.
Fiori molto profumati con corolla lunga 3-4cm,
porporino-rossastra (ma talora bianco-gialliccia), con stami
e stilo sporgenti dalla fauce corallina, raccolti in fascetti
sommitali sessili.
Frutti (bacche) ovoidi, rossi a maturità.
FIORITURA: Maggio-Luglio.
ECOLOGIA:
Il caprifoglio abita normalmente i margini del bosco o le
siepi, esigendo suoli a medio tenore di umidità,
mediamente fertili e umiferi, a reazione alcalina o neutra e
posizione non eccessivamente esposta, con sufficienti periodi
di penombra lungo la giornata.
DISTRIBUZIONE:
In territorio provinciale questa lianosa risulta piuttosto
infrequente e sporadicamente distribuita in aree ancora
boscose od anche diboscate da non lungo tempo, ovvero in
alcune siepi di buona composizione, di solida struttura e di
antica costituzione. A giudicare dalla compagine
vegetazionale che la vede più di sovente ospite, si
direbbe maggiormente affine a situazioni di termofilia e si
associa allora, facilmente all'orniello, alla lantana,
all'emero, al pungitopo. Pertanto la sua distribuzione in
provincia di Cremona la vede maggiormente presente nel tratto
centro-settentrionale, specialmente lungo i fiumi Adda
(Rivolta d'Adda, Spino d'Adda, Credera-Rubbiano,
Pizzighettone, ecc.), Oglio (Soncino, Genivolta, Azzanello,
Corte de' Cortesi, ecc.) e Serio (Castelgabbiano, Ricengo) e
nella fascia dei fontanili in genere (Capralba, Offanengo,
Camisano), nonché sul Pianalto di Romanengo.
Più raro lungo il Po (Stagno Lombardo, Pieve
d'Olmi).
OSSERVAZIONI:
Questa pianta fu usata in passato nella farmacopea popolare
che si avvaleva soprattutto dei fiori che contengono principi
dai poteri antispasmodici. Le bacche, tuttavia, sono tossiche
per l'uomo, quantunque molti animali se ne possano cibare
impunemente. Può essere usata come pianta
ornamentale.
PROPAGAZIONE:
Si semina in autunno subito dopo la raccolta dei frutti, o
in primavera dopo 2-3 mesi di stratificazione. Molto
più semplice è la riproduzione per propaggine
interrata nella tarda primavera e spiccata durante l'autunno
successivo, oppure per separazione del cespo. Si possono
produrre anche talee da piantare in agosto.