(Berberis vulgaris L.)
FAM. BERBERIDACEAE Gen. Berberis
Denominazioni dialettali: Curài (?).
DESCRIZIONE:
Arbusto. Corteccia grigio-giallastra. Rami ascendenti,
tuttavia spesso reclinati ed inarcati, spinosi; i giovani
inermi. Foglie semplici, alterne o a gruppi nascenti
all'ascella di 2-3 spine, a lamina obovata o spatolata,
ellittica, ad apice ottuso, a margine finemente dentellato e
setoloso, di colore verde scuro e lucida di sopra, più
chiara di sotto.
Fiori (15-30) in grappoli ascellari pendenti; sepali e
petali gialli.
Frutto (bacca) oblungo, dapprima verde e poi rosso vivo,
acidulo.
FIORITURA: Aprile-Maggio.
ECOLOGIA:
Il crespino abita in luoghi boscosi, sistemandosi al margine
delle associazioni arboree o nelle radure. Preferisce suoli
subaridi, grossolani e sciolti, a reazione basica e piuttosto
magri e cresce di norma in posizioni di mezz'ombra almeno per
una parte della giornata.
DISTRIBUZIONE:
In territorio provinciale lo si rinviene nei boschi della
golena abduana (Rivolta d'Adda, Credera-Rubbiano, Spino
d'Adda) ed in quelli, più radi e aperti, esistenti
lungo l'Oglio (Soncino, Genivolta). È da considerarsi,
tuttavia, sporadico e infrequente.
OSSERVAZIONI: . Il legno, le radici e la corteccia di questo arbusto sono ricchi di una sostanza gialla usata un tempo per tingere le stoffe. Le bacche, commestibili, hanno sapore acidulo e dolciastro e costituiscono un alimento per diverse specie di uccelli. Il crespino è ospite intermedio della Puccinia graminis, o ruggine del grano, e tale condizione ne ha, in molti casi, determinato la distribuzione da parte dell'uomo.
PROPAGAZIONE:
I semi, liberati della polpa, possono essere messi in terra
in autunno, ma si può attendere anche la primavera
dopo averli stratificati per 2-3 mesi. Si moltiplica
facilmente per divisione dei giovani cespi o per trapianto di
polIoni radicati.