(Prunus spinosa L)
FAM.ROSACEAE Gen. Prunus
Denominazioni dialettali: Brügnól;
Brügnöl (Romanengo, Sonc.).
DESCRIZIONE:
Arbusto alto sino a 2-3m. Fusto contorto, assai ramoso.
Corteccia grigio-bruna o nerastra, lucida. Rami giovani
brunicci e pubescenti, spinosi per degenerazione di rametti
brevi.
Foglie semplici, alterne a lamina ovato-ellittica, obovata
od ovato-orbicolare, (1,5-2x3-5cm), acuta, a margine
finemente dentato, glabra di sopra e pelosa di sotto (almeno
lungo le nervature principali).
Fiori per lo più solitari, molto numerosi, a corolla
bianca, antecedenti alla fogliazione.
Frutto (drupa) globoso (1-1,5cm), blu-nerastro, coperto da
una leggera pruina blu-cerosa a maturazione, brevemente
peduncolato (0,5cm), a polpa aspra, contenente un nocciolo
leggermente compresso.
FIORITURA: Marzo-Aprile. Qualche ramo può rifiorire parzialmente in ottobre.
ECOLOGIA:
Il prugnolo si adatta ad ogni tipo di terreno, purché
sufficientemente drenato; data l'eccezionale frugalità
si insedia con facilità in aree degradate,
comportandosi come specie precorritrice e preparatrice
l'avvento del bosco. La spiccata eliofilia la porta a
dislocarsi in aree aperte o tutt'al più nella
vegetazione del manto boschivo.
DISTRIBUZIONE:
Da frequente a comune in gran parte del territorio
provinciale, può talora mostrarsi localmente
abbondante a seguito di particolari condizioni
ambientali.
Ampie lacune distributive si rilevano in corrispondenza di
quelle aree agricole dove più massiccia è stata
l'eliminazione delle siepi intercalari ai coltivi, come nella
campagna cremonese-casalasca.
OSSERVAZIONI:
Le caratteristiche di frugalità e di
adattabilità ad ogni tipo di substrato fanno di questa
essenza legnosa un elemento di primario merito per il
recupero di aree degradate, soprattutto su suoli instabili
che il prugnolo, grazie anche alla grande capacità
pollonante, riesce efficacemente a raffrenare.
PROPAGAZIONE:
Si può effettuare una semina autunnale previa
eliminazione della polpa, oppure primaverile dopo qualche
mese di stratificazione.