(Cornus sanguinea L.)
FAM. CORNACEAE Gen. Cornus
Denominazioni dialettali: Sànguen, Sanguanì
(Cr.sco); Sanguanina (Cr). DESCRIZIONE:
Arbusto alto fino a 3m. Fusto assai ramoso. Corteccia
bruno-olivastra chiara, screziata di porporino. Rami
flessibili rosso-sanguigni, i giovani sparsamente
pubescenti.
Foglie semplici, opposte, a lamina ovale, ellittica od
ovato-rotondata, acuminata (3-5x5-8cm), margine intero, con
3-4 paia di nervature evidenti, arcuate e quasi confluenti
verso l'apice; verde scuro e leggermente scabro-vellutate di
sopra, più chiare e glabrescenti di sotto. Picciolo di
1-1,5cm, stipole nulle.
Fiori in cime terminali corimbiformi, calice e corolla
tetrameri, petali bianchi. Frutto (drupa) globoso (5-6mm),
nero a maturità.
FIORITURA: Aprile-Giugno. Frequente parziale rifioritura in settembre-ottobre.
ECOLOGIA:
Il sanguinello, pur preferendo terreni sciolti, profondi ed
umiferi, mostra una generale indifferenza al substrato,
adattandosi alle più disparate condizioni edafiche.
Specie tendenzialmente eliofila è tuttavia in grado di
sopportare un moderato aduggiamento, quando cresce nel bosco.
Si trova, comunque, con massima frequenza nelle siepi o al
margine del bosco.
Sapendosi comportare da specie pioniera, ricolonizza
facilmente, insieme ad altre specie arbustive, aree
disboscate, segnando con sicurezza eventuali fasi regressive
del bosco di latifoglie. In tal caso costituisce senza fatica
vaste associazioni pressoché pure, grazie alla
notevole capacità pollonante.
DISTRIBUZIONE:
In provincia il sanguinello è presente e comune
ovunque, abbondando anche nelle siepi e nelle zone marginali
alle aree agricole.
OSSERVAZIONI:
I vivaci colori delle fronde, che in autunno si tingono di
rosso fino a divenire porporino-violacee, e dei rami spogli
durante !'inverno, rendono questo arbusto assai decorativo
nel contesto paesaggistico nostrano.
Data la sua grande vitalità e l'estrema
rusticità, il sanguinello si presta assai bene a
lavori di riqualificazione di ambienti degradati quali ex
cave o discariche, ovvero come facile elemento di arredo
paesaggistico, di riequipaggiamento o di mascheramento in
seguito ad interventi di vario genere comportanti denudamento
del suolo.
I rami giovani del sanguinello hanno sempre costituito
l'indispensabile materia prima per la fabbricazione di
ramazze da cortile. Gli stessi forniscono buon materiale da
intreccio per la confezione di ceste, graticci e simili. Le
fascine di sanguinello costituivano l'esca per l'avviamento
dei forni in genere. Famose e temute da tutti i bambini le
verghette di sanguinello con cui venivano impartite, in altri
tempi, lezioni educative sconosciute alla moderna
pedagogia.
PROPAGAZIONE:
Si seminano i frutti in autunno, subito dopo la raccolta e
previa immersione per qualche ora in acqua tiepida.
Si moltiplica facilmente per talea radicale ripicchettata in
inverno, ma il sistema più rapido è la
separazione dei giovani cespi o la ripicchettatura dei
polIoni radicati.