(Rhamnus catharticus L.)
FAM. RHAMNACEAE Gen. Rhamnus
Denominazioni dialettali: Spincervì (Cr.sco,
Sonc.).
DESCRIZIONE:
Arbusto o alberello alto sino a 4-5m. Fusto molto ramoso e
di forma il più delle volte irregolare e scomposta.
Corteccia grigio-rossastra scura. Rami spinescenti
all'apice.
Foglie semplici, alterne o quasi opposte, a lamina
rotondato-ellittica (1,5-2,5x3-4cm), acuminata o cuspidata
all'apice, cuneata o troncata alla base, a margine finemente
crenato-seghettato, con nervature ben evidenti. Picciolo
(1-1,5cm) con stipole lineari caduche.
Fiori in cime ombrelliformi, piccoli e profumati, calice e
corolla formati da 4 elementi ciascuno, tetrameri,
giallognoli o verdicci.
Frutto (drupa) globoso (5-8mm), dapprima verde e poi nero a
maturità, leggermente ombelicato all'apice.
FIORITURA: Aprile-Giugno.
ECOLOGIA:
Specie lucivaga e mediamente xerofila, pur sopportando gradi
di umidità variabili, lo spino cervino frequenta
stazioni a substrato sciolto e ben drenato, preferendo i
suoli coltivati, mentre rifugge i siti eccessivamente umidi.
Mal sopporta l'aduggiamento e pertanto si dispone ai margini
del bosco, nelle sue radure o nelle siepi.
DISTRIBUZIONE:
In territorio provinciale questa specie risulta piuttosto
infrequente e compare soprattutto tra le formazioni arboree
presenti nell'alta provincia, per lo più lungo i fiumi
Adda e Oglio, ma lo si rinviene sporadicamente anche in
terreni marginali o nella vegetazione che accompagna i corsi
d'acqua irrigua.
OSSERVAZIONI:
In passato le bacche dello spino cervino, velenose per
l'uomo, erano tenute in considerazione per le note
proprietà purgative. Se ne traeva anche un pigmento
utilizzato per la preparazione di colori da pittura (verde
vescica).
Il legno trova impiego in lavori di tornio e di
ebanisteria.
PROPAGAZIONE:
Si seminano i frutti alla fine dell'estate oppure in
autunno. Si può moltiplicare anche per talea o per
margotta.